Dal B&B in Borgomasino è possibile percorrere vari itinerari di diverso genere culturali, artistici, naturalisti ed enogastronomici
Venaria Reale
Venaria Reale (45 min macchina) – Una reggia monumentale di 80.000 metri quadri, 50 ettari di Giardini e 3.000 ettari recintati del Parco La Mandria, sono un capolavoro dell’architettura e del paesaggio, Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco dal 1997 e aperto al pubblico nel 2007 dopo essere stato il cantiere di restauro più rilevante d’Europa.
L’edificio vanta alcune delle più alte espressioni del barocco universale: la spettacolare Sala di Diana progettata da Amedeo di Castellamonte, la solenne Galleria Grande e la Cappella di Sant’Uberto con l’immenso complesso delle Scuderie settecentesche di Filippo Juvarra, la Fontana del Cervo nella Corte d’onore. Sono la cornice del Teatro di Storia e Magnificenza, il percorso espositivo dedicato ai Savoia. (www.lavenaria.it)
Sacro Monte e Santuario di Oropa
Sacro Monte e Santuario di Oropa (1 ora macchina) – Dedicato a una miracolosa Madonna nera di epoca medioevale, che nonostante il passare del tempo, sembra non sia attaccabile da tarli e polvere e il cui piede, sebbene toccato continuamente dai fedeli nelle devozioni, non appare consumato.
Fondata da Sant’Eusebio nel IV secolo, l’odierna basilica risale al seicento e sorge nell’anfiteatro delle Alpi biellesi. Oltre che meta di pellegrinaggio è luogo di trekking in estate nell’Oasi del WWF e di sci in inverno. (www.santuariodioropa.it)
Lago di Viverone
Il Lago di Viverone (20 min macchina) – Di origine glaciale, fa parte dell’Anfiteatro morenico di Ivrea. E’ alimentato oltre che da acque sotterranee anche da alcuni piccoli immissari ed ha come emissario la Roggia Fola. Il nome Fòla (in piemontese matta) fa riferimento alla diceria che il corso d’acqua invertirebbe di tanto in tanto la direzione del proprio flusso idrico trasformandosi da emissario in immissario. Tale fenomeno è stato smentito da uno studio dell’ARPA-Piemonte.
Il lago è un importante sito archeologico di reperti preistorici dell’età del bronzo, da cui sono stati estratti resti di monili, armi e ciottoli vari. Sulle sue numerose spiagge, pubbliche e private è possibile fare il bagno e gli sport nautici. (www.visitlagodiviverone.org).
Parco naturale del lago di Candia
Parco Naturale del lago di Candia (20 min macchina) – Il parco, oltre al lago, comprende altre zone umide di pregio naturalistico: la Palude, a nord dello specchio d’acqua e la Paludetta, sono zone di protezione speciale con 400 specie di vegetali ed una notevole avifauna, che trova qui l’ambiente adatto per una tappa migratoria. Fino alla prima metà del secolo scorso la popolazione locale viveva soprattutto pesca.
Altra importante attività legata alle zone umide era la produzione di stuoie a partire dalle canne che crescevano abbondanti. Oggi è mèta degli amanti del birdwatching, dei pescatori (è stato recentemente reintrodotto il luccio) e degli amanti del canottaggio. (www.parks.it/parco.lago.candia)
Parco Nazionale del Gran Paradiso,
Parco Nazionale del Gran Paradiso (1 ora macchina) aggiungibile in meno di un’ora. La Valle dell’Orco, caratterizzata da un paesaggio tipico delle vallate glaciali e la Val Soana, più stretta e di origine fluviale, sono le due entrate del versante Piemontese per scoprire il vasto territorio di alte montagne, fra gli 800 metri dei fondovalle e i 4.061 metri della vetta del Gran Paradiso. Ceresole Reale una delle mete più belle
Per chi è amante della montagna, il Parco offre numerose attività sia in estate che in inverno: escursioni o rilassanti passeggiate tra gli alpeggi o nei pressi dei numerosi laghi alpini, ma anche sci di fondo, sci alpino, arrampicata e passeggiate con racchette da neve.
Il rifugio degli Asinelli
ll rifugio degli Asinelli (30 min macchina) – Una gita perfetta per chi abbia bambini, in un’associazione no-profit che si dedica alla protezione di asini, muli, bardotti, sovente vittima di maltrattamenti o abbandono. Gli animali, oltre 130, arrivano da vari Paesi Europei e dall’Italia. Una volta entrati al Rifugio hanno un futuro di cure e rispetto da parte di uno staff specializzato. In alcuni casi, vengono affidati a famiglie che ne facciano richiesta.
Un’occasione per far conoscere e far stare i più piccoli insieme a questi docili animali. (www.ilrifugiodegliasinelli.org)
Castello di Agliè
Il castello ducale di Agliè (20 min macchina) (in piemontese ël castel d’Ajè) è un’elegante ed imponente costruzione situata nel comune di Agliè, nella città metropolitana di Torino. L’edificazione del suo nucleo centrale, del quale sono tuttora identificabili le tracce, è iniziata nel XII secolo per conto della famiglia comitale dei San Martino, originari del Canavese.
Nel 1939 lo Stato acquistò dalla Casa Reale il castello che venne adibito a museo. Negli anni ottanta è stato oggetto di un ulteriore delicato restauro. Attualmente è stato sottoposto ad importanti lavori di consolidamento statico e restauro che impedivano la visita di buona parte delle sale. Fa parte del circuito dei castelli del Canavese e, dal 1997, è parte del sito UNESCO Residenze Sabaude. Nel 2016 ha fatto registrare 44 323 visitatori[1]. Telefono biglietteria/prenotazioni: 0124 330102
Castello di Masino
Il castello di Masino (10 min macchina), a Caravino, fu per dieci secoli la residenza principale dei conti Valperga di Masino. Fino al Rinascimento venne difeso da alte mura e imponenti torri di guardia, poi abbattute per far posto a monumentali e splendidi giardini di fattezze romantiche e tipiche dell’Italia aristocratica. L’intero edificio è letteralmente ricoperto da affreschi, mobili di raffinatissima fattura e sede d’un museo di carrozze settecentesche davvero straordinario.
Attualmente il castello è di proprietà del Fondo Ambiente Italiano ed è inserito nel circuito dei castelli del Canavese Telefono: 0125 778100
Castello di Moncrivello
Il Castello di Moncrivello (10 min macchina)
Situato nel territorio della provincia di Vercelli, fra Cigliano e Borgo d’Ale, il medioevale castello di Moncrivello[5] apparteneva in origine al vescovado di Vercelli ma passò nel 1340 alla famiglia genovese dei Fieschi. Affrancatosi dopo un assalto alla rocca, il popolo scelse di sottomettersi alla signoria di Amedeo VIII di Savoia. I lavori di restauro con cui la fortezza venne trasformata in dimora signorile di campagna, disposti dalla duchessa Jolanda di Savoia Valois, moglie, di Amedeo IX di Savoia, lo portarono successivamente ad un nuovo splendore. Rimasto per oltre un secolo legato al casato sabaudo – i cui membri maschi duchi di Savoia se ne servivano come dono per le consorti – passò in proprietà, oltre che di Jolanda, a Bianca di Monferrato e Beatrice del Portogallo. Danneggiato da un incendio in principio di XIX secolo, è rimasto a lungo in stato di abbandono fino ad essere assimilato nel 1908 ai monumenti nazionali italiani.